Inaugurato il 31 ottobre a Malmo, il primo (e probabilmente anche l’unico ) museo al mondo dei cibi disgustosi, ha già destato molto clamore.
Il fondatore del museo è lo psicologo statunitense Samuel West, lo stesso che ha ideato il “Museo del fallimento“.
Lo spazio espositivo di 400 metri quadri, offre ai visitatori la possibilità di vedere cibi definiti ripugnanti da chi non li mangia abitualmente e provenienti da tutto il globo. Ciò che in alcuni paesi, infatti, viene considerato una vera e propria leccornia, ad altri può sembrare un affronto al palato e allo stomaco.
In Islanda, per esempio, lo squalo marcio è un piatto consigliato ai palati più raffinati, mentre nel Sud- Est asiatico lo è il frutto di durian, dall’odore talmente forte, penetrante e pungente, che il suo trasporto sui mezzi pubblici è severamente vietato.
Non mancano in esposizione il pene crudo di bue, il porcellino d’india arrostito ( prelibatezza del Perù), l’aringa fermentata (piatto svedese) e l’Hakarl, la carne di squalo fermentata che fece vomitare lo chef Gordon Ramsay e dire “Quando senti da vicino l’odore di uno squalo putrefatto, ve lo assicuro, vorresti non essere mai nato”.
L’Italia è presente con il noto formaggio sardo casu fràzigu o casu marzu, colonizzato dalle larve della mosca del formaggio. Una decisione che ha scatenato diverse polemiche sull’isola.
A causa dell’odore forte, molti degli 80 reperti sono chiusi in speciali barattoli ermetici e teche a prova di odore. La gestione del museo si prevede comunque molto costosa, a causa della deperibilità di svariati cibi, che dovranno essere sostituiti ogni giorno. Proprio per questo motivo, intanto, la mostra sarà visitabile solamente fino alla fine del mese di gennaio 2019, per poi, in caso di successo, riaprire.
Biglietto d’ingresso: 18 euro, i bambini entrano gratis.
West ha affermato che:”Sarà un’esposizione divertente, molto divertente. Ma anche interessante e interattiva”, e… dura da digerire.