La Haute Couture di Giambattista Valli celebra il vocabolario dell’alta moda scritto da lui in questi quattordici anni di vita della sua maison.
Un vocabolario in cui il classico si mescola magistralmente con il moderno. Una modernità che non è mai eccessivamente proiettata in avanti, è postuma.
Prima di questa sfilata era già noto il talento di Giambattista per la silhouette giovane che continuame entra ed esce dai dettami dell’alta moda. Ma in questa collezione, più che mai, dimostra a tutti la sua attitudine a trovare un forte senso dell’equilibrio tra il passato e il contemporaneo.
Le silhouettes sono allungate, sofisticate, lussuose: ai classici volumi Haute Couture, aggiunge il quid della sensualità snella e un atteggiamento di self-confidence assolutamente disinvolto, che sembra quasi uscire dagli abiti e permeare tutto il resto.
La sfilata si apre con abiti succinti e stretti, resi preziosi attraverso ricami e mantelli di piume. Un effetto positivo-negativo in cui regnano sovrane le contrapposizioni di colori, tessuti, volumi e con cui continua a giocare per tutta la collezione.
Alterna sagome essenziali e compatte a svolazzi fantasiosi, giungendo come sempre, poi, ad una parte più ancestrale della collezione, quasi pirotecnica, che ricorda a tutti qual’è la sua vera firma creativa: quella del tulle plissé.