Irriverente, comunicativo, estroso è Jeremy Scott, dal 2013 direttore creativo di Moschino.
La pre-collezione autunno-inverno 18-19, che ha sfilato a Milano, celebra la sessualità e le sue ossessioni. Scott cela sempre un significato dietro le sue sfilate, messaggi importanti e attuali, politici e di sensibilizzazione, proprio come faceva anche Franco Moschino.
Le collezioni si fondono, uomo e donna sfilano in passerella insieme, si da voce alle nuove e vecchie perversioni, dove seduzione, sesso e sadomaso hanno la meglio.
Piume, pelle, metallo, velluto, latex primeggiano negli abiti dalle forme super sexy.
Il mondo del fetish e del bondage scende in passerella: tute nere in pvc abbinate alle maschere sono il filo conduttore della collezione, da indossare sotto i vestiti.
Il frac, tipicamente maschile, viene reinterpretato, accorciato, diventando femminile. La coda, diventa lunghissima e termina con la forma di un guanto, come anche nei meravigliosi abiti da sera, abilmente abbinati a stivali in latex over the knee.
Gli abiti in chiffon vengono stampati con le immagini delle polaroid erotiche di Carlo Mollino, designer e fotografo italiano.
Ne esce un immagine sovversiva, dove femminile e maschile diventano un tutt’uno, si legano insieme, in un finale in cui una giacca-tandem da tuxedo, per due, disegnata da Carlyne Cerf de Dudzeele, unisce lui e lei con un unico strascico.