Da martedì 10 ottobre è partita l’iniziativa “Vuoto a rendere” tipica degli anni ’80.
Di cosa si tratta? La locuzione vuoto a rendere indica che dopo l’utilizzo di una bottiglia, il consumatore potrà restituirla all’esercente presso il quale l’ha acquistata, ottenendo in cambio la restituzione della cauzione versata al momento dell’acquisto che va dai 5 a 30 centesimi a bottiglia.
Il rispristino è previsto da un regolamento del ministero dell’Ambiente appena pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale”. Il decreto inoltre tutela i consumatori in quanto dispone che la cauzione in nessun caso comporta un aumento del prezzo di acquisto per il consumatore e rimane invariato in tutte le fasi di commercializzazione della filiera.
L’obiettivo del “vuoto a rendere” è sensibilizzare i consumatori sull’importanza del riciclo, oltre a diminuire la produzione dei rifiuti. I contenitori di volume compreso tra gli 0.20 (5 centesimi di cauzione) e gli 1.5 litri (30 centesimi) – bottiglie più resistenti in vetro, plastica o altri materiali – potranno essere riutilizzati oltre 10 volte prima di essere buttate. È previsto anche un sistema di monitoraggio per il decreto del “vuoto a rendere”.
Un altro degli obiettivi, infatti, è valutarne la fattibilità tecnico-economica e ambientale per, eventualmente, estendere il sistema ad altri prodotti al termine del periodo di sperimentazione.
Gli esercizi commerciali che aderiranno al vuoto a rendere saranno riconoscibili grazie a un simbolo posto all’ingresso.