Ciao Spaghettini, qué tal?
Oggi ho una chicca per voi, un’intervista esclusiva ad un giovane artista emergente: Marco Pirolo che subito, bonariamente, mi corregge spiegandomi che è un Visual Artist o che almeno, la critica così lo definisce! Vi starete chiedendo in cosa consiste la sua arte, ne sono certa: principalmente il suo concetto di arte è «cambiare il concetto stesso di arte», in che modo? Francamente un po’ in tutti: Marco si districa tra scultura, pittura, video, fotografia concettuale, installazioni e framework; un artista a tutto tondo, che ci rivela però che la scultura «è quella a cui non posso rinunciare: è un qualcosa che fa esprimere meglio il movimento, il gesto dell’umano, della forza e dell’energia» anche la pittura ha un ruolo fondamentale «perché puoi dipingere sempre, no? La scultura a volte ha dei limiti…» ma «se voglio lasciare un segno, con la pittura è meno evidente che con la scultura». Il filo conduttore se così si può definire, nella sua “vision” è la sfera (presente in tutte le sue opere, ndr) «la sfera rappresenta un po’ l’uomo: viviamo in una sfera, c’è gente che vive correndo dietro ad una sfera, per fare un esempio, (sorride, ndr) per cui siamo condizionati da questa sfera, che è l’ambito in cui ci muoviamo ogni giorno!» La cosa più interessante a mio parere (oltre alla personale filosofia di vita di Marco) è il framework: sono tele “dipinte” con oggetti, colle, resine, fissativi, perlati e colori puri una combo che crea una sorta di ibrido tra pittura e scultura quasi fossero una sorta di bassorilievi. Personalmente quello che più mi ha colpito è Deep Skye (immagine in copertina) di cui a primo impatto sono stata colpita dalla mescolanza di colori: «questo quadro» mi spiega Marco, «che faccio vedere ogni volta dalla parte sbagliata, (ride ndr) fatto in maniera “canonica” mostra che il cielo così come lo vediamo non è abbastanza profondo: una rappresentazione dell’infinito e delle infinite possibilità, in cui c’è una ricorrenza, quasi maniacale, di sfere un po’ a voler dire “siamo rinchiusi, siamo rinchiusi, siamo rinchiusi” ma in realtà queste (le sfere) sono tutte le possibilità che abbiamo!»
In definitiva per Marco l’arte è il modo migliore per raggiungere le persone e dare il via ad una auspicata rivoluzione di coscienza…Affascinati Spaghettini? Allora vi do in esclusiva (ebbene sì) qualche altra info: innanzitutto Marco verrà intervistato a breve da Vanity Fair, e quindi la nostra è una super anteprima: Vanity, non ce ne volere! Ciononostante, Marco ci rivela che contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, le domande che più gli rivolgono sono: “quanti anni hai?” “perché hai i capelli rossi?” e “…ma sei italiano?” Dunque sveliamo i misteri; Marco è italianissimo, i capelli rossi li ha da sempre e sorpresa sorpresa, ha 17 anni!
Giovane e talentoso è dunque una delle personalità nostrane emergenti, in un mondo in cui emergere, è la suprema conquista!!