Dal 5.5.- 9.7. a Reggio Emilia torna l’annuale appuntamento del Festival fotografico che ha lanciato già numerosi talenti e che ogni volta si rinnova mettendo in luce attraverso percorsi storici fotografici la vita di noi tutti. In effetti questa caratteristica è insita nel nome stesso della fotografia. La parola infatti è composta dai due termini di derivazione greca phos ( luce ) e graphè ( scrittura ).
Scrivere con la luce, cosa c’è di più semplice e al tempo stesso difficile
L’edizione di quest’anno si intitola ” Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro.” e si snoda tra ben 28 diverse mostre, tra queste merita una visita ” Fotografia Sudafricana” a cura di Rory Bester, Thato Mogotsi e Rita Potenza.
100 fotografie scattate nel corso degli ultimi 100 anni che colpiscono per la loro forza e per la testimonianza riguardante quel tragico periodo dell’apartheid, dichiarato nel 1973 crimine contro l’umanità dall’ONU.
Inoltre non mancano visite guidate in cui gli artisti stessi e i curatori svelano curiosità e piccoli segreti sul loro lavoro, e laboratori didattici per i più piccoli.