Il gelso è una pianta poco diffusa oramai ma molto utile, sia per i terreni su cui viene coltivata, perché li aiuta a non franare, sia per le sue innumerevoli proprietà. Si adatta ad ogni clima e terreno e può avere frutti di due tipi, bianchi o scuri ( viola-nero).
La mora di gelso scura ( Morus nigra ) pare sia originaria della Persia e dei paesi arabi. Ha un sapore gradevolmente dolce e si presta alla preparazione di confetture, sorbetti o bevande liquorose.
La mora di gelso bianca ( Morus alba ) pare provenga dalle aree più centrali ed orientali della Cina. Proprio in questo paese Marco Polo nel 1271 ne venne a conoscenza, portandola in Europa per utilizzare la pianta, come in uso dai cinesi, per la bachicoltura. I bachi da seta infatti si nutrono delle foglie di questa pianta. Fino alla metà del 19°secolo era molto comune trovare in Italia coltivazioni di gelsi destinati alla bachicoltura, fenomeno poi gradualmente scomparso con l’avvento della tecnologia e delle fibre sintetiche.
I frutti, che si raccolgono d’estate, possono essere consumati freschi o essiccati ( oggi si trovano nelle erboristerie o nei supermercati biologici per lo più in forma essiccata ) e hanno proprietà non solo antiossidanti ed antinfiammatorie, ma sono un valido aiuto contro i disturbi dell’apparato gastrointestinale, contro i sintomi da troppo stress e contro l’insonnia. Inoltre essendo ricchi in ferro ( quasi 185 mg ogni 100 gr )sono indicati per chi soffre di anemia.
Curiosità: una leggenda araba narra di due giovani amanti babilonesi, Piramo e Tisbe, che ostacolati nel loro amore dalle rispettive famiglie, morirono sotto un albero di gelso, luogo dei loro incontri segreti. Le bacche bianche si macchiarono del loro sangue e diedero origine alla mora di gelso scura.