FIAT 131 è lo pseudonimo dì Alfredo Bruno, cantautore calabrese.
Classe ’93, Alfredo, con il suo nuovo singolo “CARAMELLE”, si è aggiudicato la vittoria a DEEJAY ON STAGE 2022, il popolare contest di Radio Deejay diretto da Linus, che si tiene ogni anno a Riccione, confermandosi il talento emergente da non perdere di vista per il futuro.
Alfredo vive e lavora a Roma.
Ciao Alfredo, grazie per essere qui con noi. Per chi ancora non lo sapesse, a cosa si ispira il tuo pseudonimo FIAT131?
In realtà la Fiat 131 era la macchina di mio nonno. Quando ero bambino in casa mia c’era questa macchina, che non era quella principale, perché era già vecchiotta (era una macchina di fine anni ’80), ma rimase da noi quasi come una reliquia. Era già considerata una macchina d’epoca, non era già più in produzione, quindi restò nel nostro garage per tantissimi anni. Fino ai primi anni 2000, ogni tanto i miei genitori la rispolveravano e quindi mi ricordo queste traversate dal paesino fino in città a Cosenza ascoltando le musicassette di Dalla e Pino Daniele di mio padre, che è un appassionato di musica cantautorale. Dunque ho questa immagine di me da bambino che urlo in macchina disperato sulle canzoni di Dalla ed è questo che rappresenta per me Fiat131. Ho voluto che il mio nome rappresentasse il mio primo ricordo musicale.
Negli anni poi quella macchina ci ha un po’ legati tutti perché è rimasta nel garage per molto tempo e quindi è stato anche luogo perfetto per nascondersi di noi cuginetti della famiglia da bambini e poi luogo perfetto per appartarsi durante i primi amori e, essendo io cantautore maledetto malinconico, questa Fiat mi è rimasta nel cuore. Era bellissima, color carta da zucchero con gli interni color cammello, quando dopo 20 anni abbiamo dovuto rottamarla è stata una tragedia.
Hai detto che quello di Fiat 131 è un progetto nuovo. Come definiresti la tua musica?
In realtà la musica di Fiat è la musica di Fiat, non saprei come altro definirla. Io mi baso moltissimo su quelle che sono le mie storie e le mie sensazioni a livello emotivo. A livello di sound invece è un ibrido che si inserisce tra un linguaggio più cantautorale e suoni che oscillano tra un immaginario indie e uno più RnB. Considera che sono cresciuto ascoltando i dischi di Lucio dalla, Franco Battiato e Pino Daniele con mio padre mentre mamma dall’altro lato è una grandissima fan di Mariah Carey, Whitney Huston e Steve Wonder. Poi negli anni si cresce e si sperimentano cose diverse, ma quando mi sono trovato a dover creare il mio canale, con quello che pensi sia giusto per me, ho capito che devi un po’ miscelare i tuoi mondi. Fondamentalmente sono uno a cui piace cantare, però oggi mi piace anche raccontare tanto quanto cantare, di conseguenza questa ricerca è diventata un cercare di creare un connubio tra le due cose. È abbastanza difficile ma sto provando a fare di questo il mio linguaggio.
Hai dichiarato che il tuo amore per la musica è nato da bambino e ci hai detto quali sono gli artisti che ti hanno più influenzato. Invece in futuro con chi ti piacerebbe collaborare?
Devo dire che ascolto davvero di tutto, anche e soprattutto molti brani del passato, però ci sono tantissimi artisti nuovi che mi fanno impazzire. Ultimamente mi sto molto appassionando all’ultimo disco di Serena Brancale, che apprezzo moltissimo sia a livello vocale che a livello stilistico. Lei secondo me ad oggi è una delle più belle voci nel panorama musicale italiano; utilizza questa vena un po’ cantautorale e sentimentale, insieme ad un’immensa tecnica vocale, che lei poi declina nel funk, nell’RnB, nel new soul, ma in italiano, che secondo me è fantastico. Poi ce ne sono molti altri, per esempio sono molto innamorato del linguaggio di Gazzelle. Ti dirò in questo momento mi piacerebbe creare un brano con una voce femminile italiana che giochi di contrasto con la mia, che è piuttosto cupa. Mi chiamano Ballad Man, perché scrivo sempre ballad; a volta mi chiedono di fare magari una canzone un po’ più up, ma io non ci riesco perché sono un malinconico perenne. Se ci penso però oggi in Italia i duetti sulle ballad sono pochi, cioè ci sono delle collaborazioni che sono strafighe, come Sfera e Madame, ma quella cosa malinconica e sentimentale non c’è tanto e mi piacerebbe creare qualcosa in quel mood. È più la British music che è molto amante di questo tipo di duetti; per quanto anche la musica italiana del passato è piena di duetti, tipo Fausto Leali con Anna Oxa quando fecero Ti Lascerò o più recente il duetto tra Giovanni Caccamo e Debora Iurato a Sanremo, o Alessandra Amoroso e Francesco Renga… ci sono stati dei bei duetti che hanno avuto successo, oggi però sono meno presenti su questo tipo di genere. Penso che l’accoppiata voce maschile con voce femminile sia stupenda per raccontare una storia in musica e che il messaggio sia molto più facilmente comprensibile. È una cosa a cui sto pensando per il futuro.
Con il singolo CARAMELLE, ti sei aggiudicato il DEEJAY ON STAGE 2022. Cosa vuoi comunicare con questa canzone?
CARAMELLE è una canzone tristissima. Io sono proprio un bastardo malinconico e qui ancora di più. Una volta feci un’intervista e la persona mi disse che aveva ascoltato e analizzato la canzone e che queste caramelle erano amarissime, cioè erano proprio scadute! È una canzone che parla della fine di una storia d’amore, di quella fase quando ti rendi conto che tu stai dando tantissimo, ma dall’altra parte non è la stessa cosa e quindi non ricevi quello che dai. Di conseguenza ti fai un esame di coscienza e ti chiedi cosa stia succedendo fondamentalmente. Le famose “luci della città che si spengono” rappresentano proprio questa storia che volge al termine e tutte le parole che ci sono state dietro diventano ricordi. È una scena vera in realtà, di quando mentre io parlavo, e cercavo di affrontare i problemi della coppia, lei mangiava caramelle sul divano. È una scena talmente reale che per me questa canzone è diventata importantissima a livello emotivo. Da un altro lato poi rappresenta anche la mia fragilità; penso che la frase che mi rappresenta di più sia quella iniziale quando dico “mi sento appeso in bilico, mi sembra di cadere, sarà colpa del vino che è caduto nel bicchiere”. E ancora “voglio essere libero di essere chi sono”, lì davvero c’è una presa di consapevolezza che con te non mi sento più libero di essere me stesso, quindi è meglio che la storia finisca qua. Credo che più o meno tutti siamo passati da una situazione del genere e forse e per questo che CAREMELLE è una canzone molto amata. Anche L’ULTIMO RIGORE parla della stessa cosa, ma con uno stato emotivo diverso. Di quando io mi rendo conto che questa cosa è da chiudere, e lì dico che questo ultimo rigore alla fine non lo voglio nemmeno più calciare. Di quando decidi di stare male e non darti ancora un’ultima possibilità perché c’è la consapevolezza che ci faremmo ancora più male. Credo che, anche se con le mie canzoni racconto quella che è la mia storia, in realtà ciò di cui parlo sono le storie di molti e l’obiettivo in ogni brano è rassicurare chi mi ascolta e dire “rialzati, riprendi in mano la tua vita e goditi il tempo che non ti sei goduto fino a oggi”.
Con CARAMELLE, ma anche in altre tue canzoni come GIORNI TRISTI e L’ULTIMO RIGORE, ti racconti come un uomo che va oltre l’immagine dell’uomo duro e che non reprime i suoi sentimenti e le sue emozioni. È ancora difficile non mostrarsi invulnerabili nel 2022?
Tenendo conto che io sono un sottone tremendo soprattutto nelle relazioni, altro che uomo macho, devo dire però che poi nella vita di tutti i giorni sono molto più forte e risoluto. Sono una persona che prende la vita abbastanza di petto, ma quando le persone hanno la possibilità di vedere quella fragilità, che è poca però c’è, è più bello. Credo sia importante mostrarsi fragili davanti alle persone perché a livello emotivo ci si mette a nudo; chi mi sta vicino impara così a conoscere un’altra parte di me come persona e da quel momento in poi la vive in maniera diversa. Penso che la fragilità unisca un po’ tutti, ci si preoccupa delle fragilità delle persone che amiamo e questo è molto bello nella vita di tutti i giorni. Se poi l’uomo alpha vuole nascondere questo lato di sé, alla fine andrà a nascondere la sua parte più bella e pura; è un’occasione persa perché limiti il tuo stato emotivo e i tuoi sentimenti nascondendoti dietro una corazza che in alcuni momenti della vita non deve esserci. A maggior ragione poi, se vivi in un contesto di persone fragili, anche chi ti sta intorno si sentirà in imbarazzo a mettersi e nudo emotivamente e sarà condizionato a non mostrarsi per quello che è davvero a sua volta. Credo che alla fine sia controproducente per tutti.